Solidarietà e un ringraziamento alla Consigliera Silvia Noferi (M5S) che ha difeso le tesi ambientaliste in Consiglio della Regione Toscana

Solidarietà e un ringraziamento alla Consigliera Silvia Noferi (M5S) che ha difeso le tesi ambientaliste in Consiglio della Regione Toscana

I boschi visti come un cancro. Ridicolizzate le tesi ambientaliste dall’asse PD-Lega-Fratelli d’Italia

I boschi visti come un cancro. Ridicolizzate le tesi ambientaliste dall’asse PD-Lega-Fratelli d’Italia. Lega e PD hanno
presentato due mozioni identiche per chiedere di modificare la Legge che tutela le foreste protette dal Codice del
Paesaggio. Solo il Movimento 5 Stelle ha votato contro alle due mozioni che mostrano la stessa visione liberista ed
economicista dello sfruttamento delle risorse naturali in dispregio alle leggi dello Stato.


Il Consiglio di Stato ha recentemente sancito in un ricorso presentato da Italia Nostra e da altre associazioni per la
Pineta del Tombolo, che anche i boschi sono beni culturali e pertanto meritano di essere tutelati dalla
Soprintendenza. Le mozioni di PD-LEGA- Fratelli d’Italia, chiedendo al Governo di intervenire, mirano a eliminare
l’autorizzazione paesaggistica per il taglio nei boschi “di riconosciuto interesse pubblico” per favorire aziende che
operano nel settore della selvicoltura meno attente alle esigenze ambientali.


“Il parere della Soprintendenza in realtà – ha puntualizzato la consigliera del Movimento Cinque Stelle Silvia Noferi –
non istituisce niente di nuovo ma anzi chiarisce importanti aspetti legislativi che sono stati volutamente ignorati dal
Settore Forestazione della Regione Toscana, sebbene siano stati sollevati da tempo in varie sedi. La responsabilità di
questa situazione di stallo è stata quindi solo degli uffici regionali, che non hanno voluto adeguarsi al cambiamento
già predisposto anche dal TUFF in vigore dal 2018 (D.Lvo 03/04/2018 n 34 – Testo unico in materia di foreste e filiere
forestali). Nel frattempo, tutti i tagli approvati ed eseguiti in aree tutelate dall’art 136 del codice sono stati illegali.”
La lungimiranza e il senso della realtà sembrano non arrivare nell’aula del Consiglio regionale, dove si sono sentite le
argomentazioni più ridicole riguardo agli alberi visti come una sciagura, un cancro “che ha quasi raggiunto i crinali”
devastando le piante di mirtilli e la fauna, o peggio paragonati all’insalata che una volta tagliata ricresce
rapidamente! Le tesi ambientaliste difese dalla Consigliera, sono state tacciate di “estremismo, ortodossia, cose
d’altri tempi, assurde, folli, da non poter essere ascoltate”, tanto che il Presidente del Consiglio le ha permesso di
replicare per “fatto personale”: a lei va quindi tutto l’appoggio e la solidarietà di Italia Nostra.


Evidentemente nessuno si è accorto in Consiglio regionale che in Toscana ci sono problemi gravissimi di
inquinamento ambientale, di mala gestione forestale, che aumenta il rischio idrogeologico e degrada il paesaggio,
mettendo a rischio tutte le altre economie montane. Le argomentazioni opposte dai consiglieri di maggioranza, se
seguite, non andrebbero altro che ad aumentare il rischio idrogeologico in Toscana, laddove la superficie forestale è
vista come minaccia e non come protezione del territorio. Si confonde evidentemente la cura del bosco, la sua
preservazione, con il non controllo ed il taglio colturale non regolamentato. Il Consiglio Regionale mette dunque in
stato d’accusa il principio costituzionale della tutela discendente dall’art. 9 della Carta, accusando di ingerenza
burocratica le funzioni dello Stato garantite dalla Soprintendenza, quando, invece, ha avvallato, sino alla sentenza
del Consiglio di Stato, procedure di governo dei boschi in palese contrasto con la normativa vigente nazionale. Non è
dunque possibile avallare vie illegittime di gestione del territorio da parte di organi legislativi regionali.

Non possiamo neanche barattare soluzioni tecniche di gestione del bosco, come quelle proposte dalla
Soprintendenza, con allocuzioni che denotano confusione, non conoscenza, approssimazione nelle materie trattate,
sino ad espressioni di ingiuria, come sopra citato.


Mariarita Signorini
Vicepresidente Italia Nostra Toscana

Vittoria al Consiglio di Stato contro i tagli antincendio nella pineta tutelata del Tombolo

Vittoria al Consiglio di Stato contro i tagli antincendio nella pineta tutelata del Tombolo

Con Decreto del Presidente della Repubblica del 1° Ottobre 2020 è stato disposto l’accoglimento del ricorso al Capo dello Stato presentato nel 2019 da Italia Nostra, WWF Grosseto e LAC Sezione Toscana, contro la Delibera di Giunta Regionale relativa al Piano specifico di prevenzione AIB per le pinete litoranee di Grosseto e di Castiglione della Pescaia, la Pineta del Tombolo. (deliberazioni Giunta regionale n. 355 del 18 marzo 2019, n. 456 dell’1 aprile 2019, n. 564 del 23 aprile 2019) e ha espresso importanti principi giurisprudenziali in materia.

L’area è tutelata con vincolo paesaggistico di tipo provvedimentale (artt. 136 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004, in base a sei decreti ministeriali nel periodo 1958 – 1967), è inserita nel piano di indirizzo territoriale (P.I.T.) con valenza di piano paesaggistico della Regione Toscana e ricade nella rete ecologica europea “Natura 2000”  (ZSC/ZPS Tombolo da Marina di Grosseto a Castiglione della Pescaia,  ZSC/ZPS Diaccia Botrona, e ZSC Punta Ala e Isolotto dello Sparviero).

Il Consiglio di Stato, Sezione I che ha esaminato la questione nello scorso Giugno, non aveva disposto l’annullamento immediato del Piano, per evitare l’assenza di strumenti di prevenzione degli incendi nel momento estivo di maggior rischio, ma, innovando la giurisprudenza sul punto, aveva differito l’annullamento di 180 giorni, per far si che la Regione Toscana emanasse un nuovo piano che doveva tener conto delle questioni di merito sollevate nel ricorso dalle tre associazioni proponenti.

Per Italia Nostra, WWF Grosseto e LAC Toscana si tratta di un ottimo risultato, e di una insperata vittoria : il provvedimento del Consiglio di Stato finalmente sancisce che il Bosco ha anche valore paesaggistico e ambientale.   Infatti nonostante  il piano antincendio  prevedesse “il taglio di circa il 70% dei pini esistenti e di circa l’80% della vegetazione arbustiva del sottobosco”  “qualificava espressamente gl’ interventi previsti come ‘non soggetti ad autorizzazione paesaggistica’, ai sensi dell’articolo 149 del d.lgs. n. 42 del 2004, la cui lettera b) esclude la necessità dell’autorizzazione per gli ‘interventi inerenti l’esercizio dell’attività agro-silvo-pastorale che non comportino alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie ed altre opere civili, e sempre che si tratti di attività e opere che non alterino l’assetto idrogeologico del territorio’.” 

Tuttavia il nuovo testo Unico forestale, al quale si riferisce il piano antincendio si richiama in modo esplicito a valori e contenuti del Codice dei beni culturali e del paesaggio e del Codice dell’Ambiente, con le conseguenti valutazioni: “ é ormai un dato acquisito nella dottrina  e nella giurisprudenza  che il patrimonio  forestale nazionale reca in sé ed esprime una pluralità di valori, interessi, beni, che chiamano in causa  plurimi campi di materia e titoli di potestà legislativa, essendo ormai superata la visione che relegava questo fattore al solo campo dell’agricoltura (silvicoltura); è pacifico che oggi il patrimonio forestale nazionale intreccia titoli di competenza statale e di competenza  concorrente Stato – regioni”.

Dunque è illegittima la previsione dell’esclusione dell’autorizzazione paesaggistica e viene consolidata la linea che la ritiene necessaria per gli interventi in aree boscate determinati da finalità non strettamente di gestione naturalistica, come indicato dalla giurisprudenza in materia e dal Ministero dei Beni Culturali.

Altro profilo di illegittimità riscontrato: è risultata carente la motivazione in ambito della Valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A) che ha dato parere positivo con prescrizioni generiche : “è mancata  dunque  la necessaria considerazione e valutazione unitaria dell’impatto delle attività proposte sugli habitat  oggetto di protezione“. Tutela del paesaggio e delle aree ricadenti nella Rete Natura 2000 sono quindi elementi  imprescindibili e non derogabili  nemmeno in un piano antincendio.

Per il futuro nella predisposizione di un nuovo piano antincendio la Regione dovrà tenere necessariamente conto di  tutti i vincoli paesaggistici e ambientali gravanti sulla Pineta del Tombolo. Secondo le associazioni proponenti il ricorso, un’efficace lotta agli incendi si fa meglio organizzando squadre di volontari, che “marcando” il territorio scoraggino chi voglia appiccare incendi (in gran parte dolosi) e possano spegnere sul nascere la quota residua di incendi accidentali, più che con iniziative che, col pretesto di salvare la pineta dagli incendi, ne eliminino preventivamente gran parte del valore ecologico e paesaggistico.