Difendere le foreste da 104 anni: la lezione di Fabio Clauser è quanto mai attuale

Difendere le foreste da 104 anni: la lezione di Fabio Clauser è quanto mai attuale

Oggi il GUFI – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane festeggia il compleanno del nostro Fabio Clauser, decano dei Forestali italiani, che compie 104 anni. Nato a Malosco (TN) nel 1919, ha ricoperto diversi incarichi: Direttore del Parco Nazionale dello Stelvio, Capo dell’Ufficio Assestamento Forestale dell’Azienda di Stato Italiana per le Foreste demaniali (ASFD), Amministratore delle Foreste Casentinesi, Amministratore della Foresta di Vallombrosa, Vice Direttore del Corpo Forestale dello Stato (CFS), e Vice Direttore della Direzione generale per l’Economia montana e le foreste dello Stato Italiano. Suo il merito di aver istituito la prima riserva integrale in Italia, quella di Sasso Fratino, nel 1959.

A 104 anni, Clauser continua a lottare per difendere le foreste italiane. È costretto a farlo da quella che non ha esitato a chiamare “una rapina nei confronti delle future generazioni”, una politica forestale nazionale che ha dimenticato le lezioni del passato, quando il Corpo Forestale dello Stato operava massicci rimboschimenti contro il dissesto idrogeologico, quando i parchi nazionali venivano allargati e non ristretti, quando il prelievo di legname dal bosco era davvero sostenibile.

Clauser da sempre si batte contro il governo a ceduo dei boschi, una forma di gestione del patrimonio boschivo figlia di un’economia povera, improntata sulla produzione di legna da ardere anziché di legname da opera per utilizzi nobili del legno come la falegnameria e la bioedilizia.
Per avere legname di qualità e non doverlo importare dall’estero, infatti, è necessario avere boschi maturi, con alberi di grandi dimensioni e un’alta provvigione per ettaro. Dopo aver raggiunto il minimo storico nel secondo dopoguerra, le foreste italiane erano in ripresa per merito di persone come Fabio Clauser.

Ma ora tutto questo lavoro è messo a rischio dall’aumento dei tagli boschivi, causati dai generosi incentivi pubblici alle biomasse forestali per la produzione di energia elettrica. Una forma di energia definita rinnovabile che tale non è: come ha più volte ribadito lo stesso Clauser, per riassorbire la CO2 emessa dalla combustione del legname, una foresta impiega molti decenni. Un tempo che non abbiamo in quest’epoca di crisi climatica. A questo si aggiunge la distruzione di ecosistemi preziosi per molte specie a rischio estinzione.

Il GUFI – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane si batte contro questo dissennato iper-sfruttamento del patrimonio boschivo italiano, chiedendo la chiusura delle centrali a biomasse forestali, una transizione energetica davvero ecologica, e la forte limitazione della gestione a ceduo, per lasciare alle future generazioni foreste che possano al contempo fornire i benefici ecosistemici che possono dare solo le foreste mature, e un legname di qualità per le nostre eccellenze industriali, con un prelievo davvero sostenibile. In tutti questi anni, Fabio Clauser ci ha onorato del suo convinto appoggio e sostegno, di cui non lo ringrazieremo mai abbastanza.

Cogliamo l’occasione del compleanno di questo gigante per lanciare un appello al mondo forestale italiano: ascoltate la saggezza di chi si è occupato delle nostre foreste per quasi un secolo, fermate le motoseghe, e proteggete cioè che avete ereditato da persone come Clauser, e che gestite solo sotto forma di prestito dai vostri figli.

Pedrotti: non toccate la pineta di Villetta Barrea

Pedrotti: non toccate la pineta di Villetta Barrea

Pubblichiamo di seguito la lettera ricevuta dal Professor Franco Pedrotti, luminare della botanica:

“L’Ente Autonomo Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise ha preso la decisione di effettuare un
taglio di pini nella pineta di Villetta Barrea.


Viene subito da dire che un parco nazionale ha per scopo quello di proteggere gli alberi e non di
tagliarli. La pineta di Villetta Barrea è un bosco residuo e relitto, di grande interesse fitogeografico,
poiché rappresenta l’ultimo frammento di una pineta che in passato era molto diffusa in tutto
l’Appennino centrale, come risulta dalle analisi polliniche eseguite.


In un Parco Nazionale si dovrebbero sempre prevedere alcune aree ove il bosco è lasciato al suo
libero sviluppo, in modo da raggiungere la fase ecologica della fluttuazione. In questo caso gli
alberi completano nello stesso punto il loro ciclo vitale, dal seme alla vetustà. Questa forma di
gestione dovrebbe essere applicata anche alla pineta di Villetta Barrea.


Si può anche pensare a una forma di gestione più articolata della pineta, sempre che non comporti
l’eliminazione di porzioni della stessa. In nessun caso è ammissibile il taglio, né lo sfoltimento
giustificato da prevenzione incendio.


La prevenzione incendio va fatta utilizzando uomini e mezzi adeguati che non prevedano la
distruzione o la manomissione del bosco, altrimenti distruggiamo ciò che invece vorremmo tutelare.
Si chiede pertanto che il Parco voglia ripensare e sospendere definitivamente questa insensata
decisione, ancor più che questa pineta rappresenta un alto valore ecologico, storico, culturale e botanico.


Essa mostra una importante rinnovazione di pino e latifoglie, nonché una struttura forestale ormai
notevole. Questa pineta è importante anche per la stabilità idrogeologica e per la biodiversità,
racchiudendo specie di piante non comuni (es.: Orthilia secunda).


Essa incarna anche un alto valore da un punto di vista forestale, in quanto essa rappresenta l’opera
dei forestali e la pineta madre dei rimboschimenti realizzati in Italia centrale.


Professore Emerito Franco Pedrotti,
già Consigliere del Parco e già Presidente della commissione scientifica del Parco “

IL CONSIGLIO REGIONALE DEVE APPROVARE LA LEGGE A TUTELA DEI BOSCHI TOSCANI

IL CONSIGLIO REGIONALE DEVE APPROVARE LA LEGGE A TUTELA DEI BOSCHI TOSCANI

Firenze, 14 giugno 2022 – Le associazioni firmatarie chiedono al Consiglio Regionale della Toscana di approvare la proposta di legge sui tagli boschivi in discussione giovedì mattina.

La proposta di legge, presentata dalla Consigliera Silvia Noferi, è mirata a impedire che i boschi pubblici, anche all’interno di aree protette, vengano trattati alla stregua di deposito di legname con il quale far cassa, con tagli frequenti e gravemente impattanti sull’ecosistema forestale.

Tende poi a dare più responsabilità al Consiglio Regionale e meno alla Giunta, l’organo che attualmente decide, senza un adeguato confronto politico, le scelte sostanziali in materia di gestione forestale. Introduce inoltre la presenza del tecnico forestale sia in fase di asseverazione che di collaudo: la presenza di un professionista nelle procedure amministrative per il taglio dei boschi, infatti, costituisce un elemento di maggiore garanzia per gli organi di controllo, quali i Carabinieri Forestali.

La proposta di legge pone inoltre un argine alla pratica del taglio a raso del ceduo, sposando le recenti direttive operative del Comando dei Carabinieri Forestali, secondo le quali i boschi cedui invecchiati devono essere considerati fustaie e quindi sottoposti a maggiori limiti relativi ai tagli boschivi.

Il taglio a ceduo è un metodo di governo del bosco molto utilizzato in Toscana che denuda il suolo forestale, e prevede il taglio di tutti gli alberi a eccezione di poche piante, giovani ed esili (dette matricine). Ciò che rimane è molto difficile da definire foresta: privata della copertura arborea, l’area diventa spoglia e il terreno è sottoposto a erosione e perde nutrienti. Sia gli alberi che il suolo forestale sono tra i migliori sequestratori di CO2, e in un momento in cui si moltiplicano le iniziative di riforestazione per contrastare il riscaldamento climatico, il Consiglio Regionale dovrebbe pensare innanzitutto a proteggere le foreste già esistenti dal sovrasfruttamento.

Le associazioni ricordano inoltre che il legname prodotto tramite il governo a ceduo è legname di bassa qualità, che in gran parte finisce per diventare cippato per le centrali a biomasse forestali, a cui l’Unione Europea sta considerando di togliere gli incentivi, prendendo finalmente atto dell’insostenibilità di bruciare le nostre foreste per produrre energia. Le biomasse forestali sono inoltre pericolose per la salute dei cittadini, in quanto la combustione di legno produce alte quantità di particolato e altre sostanze inquinanti, mentre è ormai assodato che gli ambienti forestali, lasciati il più possibile alla loro evoluzione naturale,

rappresentano una fonte insostituibile di benessere e di salute.

L’attuale politica forestale della Regione Toscana è quindi insostenibile, climalterante e profondamente dannosa per la biodiversità, e andrebbe rivista nel senso indicato dalla proposta di legge, tutelando dai tagli almeno le riserve naturali, imponendo maggiori controlli e privilegiando la fustaia al posto del ceduo.

La fustaia non solo garantisce un minore impatto sull’ecosistema forestale ma consente anche, qualora si tagli, di produrre legname di qualità per scopi nobili quali la falegnameria e la bioedilizia, che lasciano intrappolato il carbonio assorbito dall’albero e non lo disperdono nell’atmosfera.

Come segnalano le associazioni di settore, questo tipo di legname per usi nobili manca in Italia e viene importato, perché i boschi a ceduo non sono in grado di fornirlo. Se i turni di taglio fossero meno ravvicinati e i boschi non venissero ceduati a intervalli di pochissimi anni, potremmo proteggere la biodiversità, combattere il riscaldamento globale e ridurre drasticamente le importazioni di legname da opera dall’estero. Una politica industriale ed ecologica di lungo periodo che speriamo la Regione Toscana approvi, dimostrando la necessaria lungimiranza.

ASSOCIAZIONI FIRMATARIE

GUFI – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, Movimento per la Terra e la Comunità Umana, WWF Toscana, Italia Nostra Toscana, ISDE – Medici per l’Ambiente, European Consumers, SIRF – Società Italiana di Restauro Forestale, Green Impact, Parents for Future, Atto Primo – Salute Ambiente Cultura, Comitato Val di Farma, Comitato per la salvaguardia della Montagnola Senese, Forum Ambientalista Toscano, Coordinamento Merse