Proteggere i boschi cedui che hanno passato il turno di taglio
La direttiva dei Carabinieri Forestali e come il cittadino può farla rispettare
Recentemente è stato attaccato molto duramente il comando dei Carabinieri forestali per una direttiva operativa, firmata dal Comandante in persona, in cui si danno disposizioni alle stazioni forestali di perseguire come taglio illegale di fustaia le utilizzazioni in cedui che hanno superato di una volta e mezzo il turno minimo fissato dalle leggi regionali (diversi da una regione all’altra, ma mediamente intorno ai 20 anni per i cedui di querce, 25 per quelli di faggio e 15 per quelli di castagno).
Intendiamo esprimere piena solidarietà ai Carabinieri forestali contro questa dura presa di posizione del settore delle ditte forestali e appoggia le linee di politica forestale a favore del taglio raso espresse da molte regioni e dallo stesso Ministero dell’Agricoltura.
La nostra Associazione saluta invece con molta soddisfazione questa chiara e netta presa di posizione dei Carabinieri Forestali a tutela delle funzioni ecologiche dei boschi, che pone finalmente argine al dilagare produttivistico delle politiche forestali regionali, in tutto inclini a favorire gli operatori economici della filiera delle biomasse.
Il vertice dei Carabinieri forestali è stato accusato di scarsa collaborazione istituzionale, per avere imposto una lettura unilaterale della legge forestale senza consultare le regioni. Noi crediamo Invece che i Carabinieri, giustamente, abbiano inteso rispondere e fare riferimento soltanto alla legge, applicando una lettura del tutto in linea anche con le recenti ed importantissime modifiche costituzionali a favore dell’ambiente. Pensiamo piuttosto che la scarsa collaborazione istituzionale venga proprio dalle regioni, che continuano ad approvare leggi eversive del nostro ordinamento costituzionale. Non da ultima regione Toscana, che ha approvato una discutibilissima modifica della legge forestale, in contrasto con l’articolo 9 della Costituzione, con il codice della tutela del paesaggio e con lo stesso testo unico forestale, già impugnata dal governo di fronte alla Corte Costituzionale.
Auspichiamo adesso che i reparti dei Carabinieri forestali, in tutte le loro articolazioni territoriali, applichino fedelmente quanto disposto dal loro vertice.
Invitiamo inoltre tutti i cittadini a collaborare con gli organi di controllo, segnalando i tagli di bosco ceduo in cui risulta probabile l’avanzata età degli alberi. Per questo motivo intendiamo dare alcuni consigli pratici per rendere la segnalazione di ogni cittadino uno strumento efficace in mano ai Carabinieri forestali.
Per verificare l’età di un bosco è necessario contare gli anelli delle ceppaie recise sui Polloni del ceduo, facendo attenzione ad escludere le matricine tagliate. Quest’ultime si riconoscono bene perché la loro ceppaia ha la chiara forma di un cono molto schiacciato, mentre la ceppaia dei Polloni evidenzia maggiori irregolarità. Osservando una ceppaia è facile riconoscere le sezioni di taglio di ogni singolo Pollone e, con un po’ di attenzione, distinguere gli anelli di accrescimento. Per avere un dato più attendibile, è buona regola contare gli anelli di almeno cinque o sei ceppaie sparse sull’aria di taglio. Per facilitare l’individuazione degli anelli è meglio portarsi dietro un pezzo di carta vetrata non troppo fine e, eventualmente, spargere sulla sezione di taglio un po’ di terriccio raccolto intorno, o versare sopra dell’acqua in modo da evidenziare meglio la discontinuità degli anelli di legno.
Il secondo passo da fare è quello segnare la ceppaia con un segno evidente ed indelebile, ad esempio con una bomboletta di vernice spray spruzzata fuori dalla sezione di taglio. Il terzo passo è quello di scattare una foto più nitida possibile alla sezione di taglio, in modo che gli anelli possano essere contati anche dalla foto. Prima di scattare la foto e buona regola poggiare sulla sezione di taglio del pollone un oggetto che permetta di avere un’idea delle dimensioni dell’albero tagliato punto la miglior cosa sarebbe usare un righello graduato. Se si ha un pennarello indelebile, è buona regola numerare ogni ceppaia scrivendo la cifra In modo tale che non disturbi la conta degli Anelli. A questo punto è possibile scattare la foto, più nitida possibile, avendo cura di inquadrare tutti gli elementi elencati: il righello, il numero, e anche il segno di vernice, che sarà molto importante in seguito per ritrovare la ceppaia dentro all’area di taglio e riconoscerla. Sarebbe ottimale associare ad ogni foto un punto di coordinate note, preso appoggiando un semplice smartphone sulla ceppaia e utilizzando una delle tante applicazioni GPS che si scaricano dal web (ad esempio “stato GPS”).
Una cosa molto importante da non dimenticarsi è quella di prendere la posizione dell’area che si sta esaminando. Per far questo è sufficiente aprire, ad esempio, l’applicazione di Google Maps, aspettare che il GPS ci indichi la posizione sulla mappa (generalmente un punto di colore blu), tenere premuto per 3 secondi il dito su tale punto, creando così un segnaposto, toccando in basso il pulsante di condivisione e scegliendo l’opzione di “copia negli appunti”. Poi si apre una app per appunti, ad esempio “blocco note”, e si incolla il link di Google Maps che ci porta a quella posizione.
Adesso la cosa migliore è organizzare tutto su un file word, scrivendo una breve relazione su quello che si è visto, e incollando le foto prese, magari corredate da una breve didascalia dove si indicano gli anelli contati e le coordinate della ceppaia. Poi si incolla il link della posizione del cantiere forestale ricavata da Google Maps. A questo punto la segnalazione può anche essere mandata per mail all’indirizzo della più vicina struttura dei Carabinieri forestali, avendo cura di indicare tutte le proprie generalità: nome cognome data e luogo di nascita, indirizzo di residenza e numero di telefono dove è possibile essere contattati per maggiori chiarimenti. Bisogna poi allegare all’email anche una copia di un documento valido.
Dobbiamo imparare a collaborare bene ed efficacemente con le istituzioni, senza limitare la nostra azione di cittadinanza attiva soltanto alla pubblicazione di post sui social, che sono comunque importanti per segnalare le criticità incontrate durante la nostra attività quotidiana.
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